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Correlazioni in Medicina



Trattamento dell’emorragia intracerebrale


Il trattamento dell’emorragia intracerebrale rimane principalmente conservativo, dopo che uno studio di ampie dimensioni, multicentrico, non ha dimostrato alcun beneficio dell’intervento chirurgico precoce.

Lo studio STICH ( Surgical Trial in Intracerebral Haemorrhage ) ha confrontato l’outcome di un intervento chirurgico precoce con quello di un iniziale trattamento conservativo.
Tra i soggetti sottoposti a chirurgia precoce il 26.1% ha presentato un outcome favorevole contro il 23.8% dei pazienti nel gruppo terapia conservativa.
Tuttavia il beneficio prodotto dall’intervento chirurgico precoce è risultato statisticamente significativo.
Pertanto l’evacuazione chirurgica d’emergenza entro 72 ore dall’insorgenza dell’emorragia intracerebrale dovrebbe essere riservata ai pazienti con emorragie cerebrali di diametro superiore a 3cm, o ai pazienti con ampie emorragie lobari, con sostanziale effetto di massa e rapido deterioramento delle condizioni.

Un recente studio clinico di fase II ha mostrato che Eptacog alfa ( fattore VII attivato ricombinante, rFVIIa, NovoSeven ) è in grado di ridurre l’espansione dell’ematoma, la mortalità e la disabilità quando somministrato entro 4 ore dall’inizio dell’emorragia intracerebrale.
Il meccanismo mediante il quale rFVIIa arresta il sanguinamento nei pazienti con emorragia intracerebrale non è completamente chiarito.
E’ molto probabile che la sommninistrazione di rFVIIa dopo emorragia intracerebrale acceleri la trombosi a livello delle piccole arterie o arteriose, lese.

Il supporto ventilatorio, la riduzione della pressione sanguigna, il monitoraggio della pressione intracranica, l’osmoterapia, il controllo della febbre, la profilassi delle crisi convulsive e la supplementazione nutrizionale rimangono elementi cardine della cura di supporto nelle Unità di Cura Intensive. ( Xagena2005 )

Mayer SA et al, Lancet Neurology 2005; 4 : 662-672

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